Sull'onda emotiva che mi ha catturato in questi giorni, sappiamo bene quanto Facebook sia spesso virale, ho giocato per qualche ora, forse troppe, forse no a #seiunlivornesese creato da Il Tirreno dove ho dato libero spazio ai miei ricordi di infanzia e adolescenza.
Come si dice la voglia vien mangiando e un salto veloce nella mia biblioteca, un po' di ricerche e tra un libro e un altro su Livorno ecco ritrovato "Livorno 1930-1960, giochi poveri e semplici svaghi" della Books&Company scritto a quattro mani da Ugo Canessa e Luciano Sanguinetti con prefazione di Aldo Santini.
Sfoglio il libro e i ricordi aumentano, di cose sentite dai nonni e da mio babbo. Ricordo anche la presentazione del libro con le dimostrazioni ludiche di “nonno Ciro” (Ciro Coppola, ex portuale), l’uomo che a Livorno ha tirato fuori dal cilindro dei ricordi trottola, ghinè e carretti a sfera, presentando questi due strumenti preziosi dello svago “preistorico” dei livornesi in tutte le scuole.
Poi la prefazione di Aldo Santini e il suo «Tornare indietro di settant’anni è vertiginoso e dolcissimo. Mi torna subito a mente il gesto del lanciatore di ghinè che anticipava quello del baseball. Lì ero una schiappa» che schiappa non era, nemmeno nella trottola.
Un viaggio nei ricordi di famiglia di tutti noi dove ghiné e trottola facevano da padrone con le loro “zebe” date sulla cuspide della trottola di chi veniva sconfitto.
Una povertà livornese ma non solo, quella povertà di un vivere alla brada e dal gustoso libro di Canessa e Sanguinetti questo esce con prepotenza, attraverso antiche foto di una città scomparsa e le immagini di tutto quanto serviva per giocare, dai tappini alle figurine, dai libri d’avventura ai fumetti, celebre quello di Sandro, il mozzo livornese”, insieme agli album di Mandrake, Cino e Franco, Sissi e Biribissi, l’immortale Pinocchio, le Tigri di Mompracem.
Un libro di grandissimo interesse, una cascata di illustrazioni, un volume da presentare addirittura nelle scuole per il suo contenuto storico, popolare, divulgativo. Un libro per grandi e piccini.
Come si dice la voglia vien mangiando e un salto veloce nella mia biblioteca, un po' di ricerche e tra un libro e un altro su Livorno ecco ritrovato "Livorno 1930-1960, giochi poveri e semplici svaghi" della Books&Company scritto a quattro mani da Ugo Canessa e Luciano Sanguinetti con prefazione di Aldo Santini.
Sfoglio il libro e i ricordi aumentano, di cose sentite dai nonni e da mio babbo. Ricordo anche la presentazione del libro con le dimostrazioni ludiche di “nonno Ciro” (Ciro Coppola, ex portuale), l’uomo che a Livorno ha tirato fuori dal cilindro dei ricordi trottola, ghinè e carretti a sfera, presentando questi due strumenti preziosi dello svago “preistorico” dei livornesi in tutte le scuole.
Poi la prefazione di Aldo Santini e il suo «Tornare indietro di settant’anni è vertiginoso e dolcissimo. Mi torna subito a mente il gesto del lanciatore di ghinè che anticipava quello del baseball. Lì ero una schiappa» che schiappa non era, nemmeno nella trottola.
Un viaggio nei ricordi di famiglia di tutti noi dove ghiné e trottola facevano da padrone con le loro “zebe” date sulla cuspide della trottola di chi veniva sconfitto.
Una povertà livornese ma non solo, quella povertà di un vivere alla brada e dal gustoso libro di Canessa e Sanguinetti questo esce con prepotenza, attraverso antiche foto di una città scomparsa e le immagini di tutto quanto serviva per giocare, dai tappini alle figurine, dai libri d’avventura ai fumetti, celebre quello di Sandro, il mozzo livornese”, insieme agli album di Mandrake, Cino e Franco, Sissi e Biribissi, l’immortale Pinocchio, le Tigri di Mompracem.
Un libro di grandissimo interesse, una cascata di illustrazioni, un volume da presentare addirittura nelle scuole per il suo contenuto storico, popolare, divulgativo. Un libro per grandi e piccini.
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