martedì 11 dicembre 2012

Stop al campanilismo tra Pisa e Livorno. Ufficiale: salta la riforma delle Province


C'è poco da dire: all'unanimità la commissione affari costituzionali del Senato ha deciso che la riforma sulle Province non verrà mai attuata.
 
Deluso il ministro per la P.A. Filippo Patroni Griffi: "Il governo ha fatto ciò che doveva fare, ma la situazione non si poteva sbrogliare come del resto hanno confermato questa sera i capigruppo in Commissione", ha spiegato all'uscita dalla Commissione. "Il governo ha fatto insieme al Parlamento un buon lavoro fino alla spending review - ha riconosciuto il ministro - ma poi si sono imposti alcuni 'giochi' in Parlamento".
 
Alla fine l'eccesso di emendamenti e i tempi stretti imposti dalla crisi di governo hanno affossato il riordino delle Province. Di questo hanno preso atto i senatori della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dopo una riunione 'notturna' iniziata dopo le 20.30, a cui hanno preso parte anche il ministro per la P.A. Filippo Patroni Griffi e il suo collega per i Rapporti col Parlamento Piero Giarda.
 
Deluso il presidente dell'Upi Antonio Saitta, secondo il quale sulla mancata conversione del decreto 188 hanno pesato i localismi e "chi vuole conservare così com'é l'organizzazione attuale dello Stato".
 
Con le idee chiare i relatori: se per Enzo Bianco (Pd) ha pesato "il cambiamento dello scenario politico", per Filippo Saltamartini (Pdl) ci sono state "troppe complicità e tanti interessi provenienti dai territori", ma poi ha osservato che "le Province vanno abolite tutte, operando sull'articolo 114 della Costituzione, assegnando le loro funzioni a Regioni e Comuni".
 
Anche Mauro Marino del Pd punta il dito sulla "laboriosa ridefinizione dei collegi e sull'instabilità della situazione politica". Ma il più deluso di tutti è apparso alla fine il presidente dell'Upi Antonio Saitta, che accusa "i localismi e chi vuole conservare così com'é l'organizzazione attuale dello Stato".
 
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