Dopo una crescita molto debole nel 2011, la Toscana ha subito una
flessione del Pil.
A dirlo è
un’indagine commissionata da Findomestic a Ipsos.
Il reddito pro-capite dei toscani divisi per città risulta nel 2012 con Firenze che resta la provincia a reddito più elevato (22.736 euro), seguita da Siena (20.539 euro), Lucca
(19.408 euro), Pistoia (18.972 euro) e Prato (18.928 euro). Pisa,
Livorno e Grosseto mantengono un reddito pro capite intorno ai 18
milioni di euro, mentre i valori più modesti riguardano Arezzo (17.265
euro) e Massa-Carrara (16.683 euro).
I settori di spesa
Auto e moto – Il
comparto che nella regione ha contribuito maggiormente a determinare la
caduta della spesa complessiva è stato quello dell’auto: il segmento
del nuovo, che incide per il 30% sull’acquisto di durevoli, ha
evidenziato una flessione del 21,4%, quello dell’usato si è contratto
del 12,1% come nel resto del Paese. In particolare il totale delle
immatricolazioni di auto nuove è sceso da 170.669 unità a 101.481. Gli
acquisti destinati ai motoveicoli sono calati del 26,1%, con i consumi
complessi che sono passati da 153 a 113 mln di euro e la spesa media per
famiglia che è calata da 93 a 68 euro per famiglia.
Mobili
– questo comparto, il più rilevante dopo quello delle auto nuove, ha
registrato un calo significativo dei consumi totali che sono scesi da
1.151 a 1.076 mln di euro (-6,5%) e della spesa per nucleo familiare che
da 701 si è assestata su 647 euro (-7,8%).
Elettrodomestici
– La spesa per gli elettrodomestici grandi e piccoli è diminuita in
linea con la media nazionale (-6,8%). In particolare la spesa totale è
passata dai 298 del 2011 ai 278 miln di euro del 2012 e quella pro
capite dai 182 ai 167 euro (-8,1%).
Prodotti Informatici
– I consumi di beni compresi nella categoria information technology si
sono contratti più di del dato italiano (-4,0% rispetto al -0,6%
dell’Italia).
E per il futuro? Ci si attende che nel 2013 le decisioni di spesa delle
famiglie toscane saranno ancora fortemente condizionate dagli effetti
della manovra di bilancio e della fase recessiva sul reddito disponibile
e che, anche se con una forte attenuazione rispetto al 2012, la domanda
di beni durevoli si manterrà ancora in moderato calo, non riuscendo
quindi ad imboccare un sentiero di recupero delle forti contrazioni
degli ultimi anni
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