rammarico che "possiamo farci": non aver potuto godere a pieno di quel prete di trincea annoverato tra i campioni della carità che anche un non cristiano difficilmente non può non amare: don Lorenzo Milani, appunto, don Pino Puglisi e don Andrea Gallo.
Su di lui è stato detto e scritto molto anche se resta ancora
molto da scoprire, sopratutto nella sua dimensione religiosa che è
l’aspetto fondamentale di tutta la sua vita e delle sue opere.
Non è possibile capire appieno don
Lorenzo e i motivi delle sue scelte se, quando ci si avvicina a lui, non
si tiene sempre presente che era un prete e un prete che aveva deciso
di servire Dio nel modo più completo, dopo che da adulto si era
convertito al cristianesimo. Tutto il suo operato successivo va
ricondotto a questa scelta.
Permettetemi di ricordarlo così:
A Pipetta, un giovane comunista che
spesso gli diceva “se tutti preti fossero come Lei, allora …”, Don Milani rispondeva: “il
giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco,
installato la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordati Pipetta,
quel giorno ti tradirò, quel giorno finalmente potrò cantare l’unico
grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo, beati i poveri perchè
il regno dei cieli è loro. Quel giorno io non resterò con te, io
tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti
al mio signore crocifisso.”
Il resto è storia fatta.
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