Tutto è nato dall'epigrafe che ricorda
la data di fondazione del Camposanto di Pisa (1277), dove si nomina un 'Iohanne
magistro edificante' ('il maestro Giovanni lo costrui").
Oggi, quasi un secolo dopo, possiamo dire che il Camposanto di Pisa fu opera di Giovanni Pisano, proprio come scrisse Giorgio Vasari.
La diatriba sembra essersi conclusa con la pubblicazione dello studioso Piero Pierotti nell'ultimo numero di 'Critica d'Arte', la storica rivista fondata nel 1935 da Carlo Ludovico Ragghianti e diretta da Francesco Gurrieri, in un articolo nel quale si documenta il lungo lavoro di ricerca che ha portato a questa diversa, e forse definitiva, conclusione. Il beneficio a favore di 'Giovanni' si trova ripetuto in numerosi testi di legge della repubblica marinara (i 'Brevia') emanati quando ormai Giovanni di Simone era sicuramente morto finché, nel 1313, si esplicita che esso si riferisce a Giovanni del fu Nicola, ossia appunto a Giovanni Pisano.
A porre scompiglio fu, invece, Peleo Bacci, primo soprintendente alle Belle Arti della città toscana, in un saggio del 1918 dove attribuì la costruzione del Camposanto a un semisconosciuto Giovanni di Simone. In fin dei conti lo studioso era autorevole e fu creduto. Ma di anni sono passati e alcuni dei suoi argomenti sono decaduti.
La tesi di Bacci era dovuta al fatto che, nell'epigrafe che ricorda la data di fondazione dell'edificio (1277), si nomina un 'Iohanne magistro edificante' ('il maestro Giovanni lo costrui") e il soprintendente poté giocare sull'ambiguità del nome per attrribuirla, come dicevamo, a Giovanni di Simone.
Dicevamo degli argomenti decaduti. La convinzione che Giovanni Pisano non fosse architetto è falsa; ora sappiamo con certezza che lo era.
Ora, invece, secondo Perotti, come riporta un comunicato ANSA, ogni dubbio cade definitivamente e, probabilmente, molte guide turistiche dovranno essere rivedute.
Così, dei quattro monumenti eretti sulla Piazza dei Miracoli, ad oggi conosciamo con sicurezza coloro che ne edificarono tre: l'autore del duomo (Busketo), del battistero (Deotisalvi) e del camposanto (Giovanni Pisano).
Solo per il campanile più famoso del mondo ci sono ancora molte incertezze.
Oggi, quasi un secolo dopo, possiamo dire che il Camposanto di Pisa fu opera di Giovanni Pisano, proprio come scrisse Giorgio Vasari.
La diatriba sembra essersi conclusa con la pubblicazione dello studioso Piero Pierotti nell'ultimo numero di 'Critica d'Arte', la storica rivista fondata nel 1935 da Carlo Ludovico Ragghianti e diretta da Francesco Gurrieri, in un articolo nel quale si documenta il lungo lavoro di ricerca che ha portato a questa diversa, e forse definitiva, conclusione. Il beneficio a favore di 'Giovanni' si trova ripetuto in numerosi testi di legge della repubblica marinara (i 'Brevia') emanati quando ormai Giovanni di Simone era sicuramente morto finché, nel 1313, si esplicita che esso si riferisce a Giovanni del fu Nicola, ossia appunto a Giovanni Pisano.
A porre scompiglio fu, invece, Peleo Bacci, primo soprintendente alle Belle Arti della città toscana, in un saggio del 1918 dove attribuì la costruzione del Camposanto a un semisconosciuto Giovanni di Simone. In fin dei conti lo studioso era autorevole e fu creduto. Ma di anni sono passati e alcuni dei suoi argomenti sono decaduti.
La tesi di Bacci era dovuta al fatto che, nell'epigrafe che ricorda la data di fondazione dell'edificio (1277), si nomina un 'Iohanne magistro edificante' ('il maestro Giovanni lo costrui") e il soprintendente poté giocare sull'ambiguità del nome per attrribuirla, come dicevamo, a Giovanni di Simone.
Dicevamo degli argomenti decaduti. La convinzione che Giovanni Pisano non fosse architetto è falsa; ora sappiamo con certezza che lo era.
Ora, invece, secondo Perotti, come riporta un comunicato ANSA, ogni dubbio cade definitivamente e, probabilmente, molte guide turistiche dovranno essere rivedute.
Così, dei quattro monumenti eretti sulla Piazza dei Miracoli, ad oggi conosciamo con sicurezza coloro che ne edificarono tre: l'autore del duomo (Busketo), del battistero (Deotisalvi) e del camposanto (Giovanni Pisano).
Solo per il campanile più famoso del mondo ci sono ancora molte incertezze.
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