Si terrà domani,
venerdì 10 maggio, alle ore 17 presso la Sala delle Feste in Palazzo
Bastogi (via Cavour, 18 a Firenze) l’inaugurazione della mostra “Art
Brut. Una disciplina diversa” che durerà fino a lunedì 20.
A fare gli
onori di casa sarà il segretario questore dell’Ufficio di Presidenza,
Gian Luca Lazzeri, che modererà gli interventi della maestra d’arte e
critica musicale Teresa Maria Vitelli e del famoso critico d’arte
Philippe Daverio.
L’arte come rappresentazione delle proprie sensazioni, del proprio disagio, della propria emarginazione senza filtri culturali, estetici o tecnici. Pitture e sculture realizzate senza seguire modelli e ignorando le tecniche, e che sono al di fuori della cultura ufficiale o sperimentale.
L’artista, insomma, è un marginale e un autodidatta e inventa da sé le proprie regole e il proprio vocabolario. È questa la sintesi dell’Art Brut (vale a dire l’arte grezza), così come la definì l’artista francese Jean Dubuffet, che nel 1976 donò la sua collezione di opere di Art Brut alla città di Losanna, in Svizzera, per la creazione del più importante museo di questo genere artistico.
Un genere di opere che, per la gran parte, vede la luce nei centri di malattia mentale, nelle carceri, in situazioni di grande disagio. Una produzione assolutamente fuori dal coro delle regole dell’arte a cui spesso gli artisti “ufficiali” si sono ispirati per le loro creazioni.
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